Tuesday, January 02, 2007

Change 2! Changi Gettar!!!




"CHE SUCCEDE, VECCHIO?"


L'urlo di Ryoma risuona, finite le continue allucinazioni, per tutta la sala di controllo del Centro Ricerche Saotome, mentre una nuova scossa di terremoto fa perdere l'equilibrio a buona parte dei presenti.
"Professore! Un oggetto non identificato sui radar! Sembra essere uscito dalle viscere della terra!"
All'allarme dato dai collaboratori di Saotome, gli schermi inquadrano un gigantesco disco volante. Nessuno riesce a reprimere un brivido.

"Hayato! guarda!"


Fuori dal Centro, Ryuji, terrorizzato, alza un dito verso il cielo e indica qualcosa di mostruoso che si sta facendo strada nel cielo, avanzando tra nuvole gonfie e nere.
Il disco è circondato da una fila di lingue di fuoco che si agitano tutto intorno, come esseri viventi. Una lunga fila di enormi teschi adornano in modo macabro la base dell'astronave, che si dirige verso Tokyo.
"Hayato-san, dobbiamo tornare indietro. Se restiamo qui, moriremo!"
Hayato lancia un'occhiata al Centro di Ricerche Saotome. Dentro, vi sono custoditi segreti che il resto della popolazione giapponese (forse addirittura di quella mondiale) non sospetta neppure. Segreti per cui il giovane leader terrorista ha sacrificato uomini e risorse.
"Non fare l'idiota. Andiamo avanti fino alla fine. Forza, ripartiamo!"


Intanto, Musashi riprende fiato, dopo la tremenda sensazione provata in seguito allo sgancio delle bombe. Nessuna delle persone che è con lui sembra essersi accorta di nulla, e questo non fa che accrescere la sensazione di smarrimento che il ragazzo sta provando. Sgomenti, lui e i suoi familiari e amici vedono stormi di strane creature volare dritti su Tokyo.
Molti pensano che si tratti di un ultimo attacco a sorpresa del Dottor Hell, ma Musashi scarta decisamente quest'ipotesi. I mostri che sorvolano i cieli del Giappone sembrano molto diversi, non solo a occhio. Per il ragazzo, un vero esperto nell'armamento bellico usato durante la battaglia contro il folle scienziato, questi robot non solo appaiono molto più avanzati, ma danno anche l'impressione di scrutare il terreno sotto di loro con una strana, maligna intelligenza. Tremando, tutti i sopravvissuti del villaggio di Musashi attendono senza alcun ottimismo la fine delle scosse.



"Beh, in ogni caso mi auguro che tu abbia un altro figlio da far crepare contro quei cosi. Io me ne vado!"
Ryoma va verso le porte della Sala di Controllo, quando queste si chiudono di scatto.
"Tu non andrai da nessuna parte. Se ti ho portato qui, è perchè tu diventi parte integrante di questa guerra", ribatte Saotome, con una calma assoluta.
"Che cazzo stai dicendo?"
I militari dentro la sala portano mano ai fucili.
"Qual'è la situazione degli altri due?", chiede Saotome a uno dei tecnici.
"Sembrano ancora in buone condizioni. Uno di loro è molto vicino all'ingresso del Centro di Ricerca"
Lo scienziato fa un sorriso cupo, prima di essere interrotto da Ryoma.
"Ascolta bene, fottuto vecchio! non ho intenzione di rimanere qui un minuto di più, quindi apri questa cazzo di porta prima che vada a finir male!"
Quando lo scienziato si limita a rivolgergli un sorriso irritante facendogli capire di non averne la minima intenzione, Ryoma scatta verso una delle guardie. La velocità e la violenza dell'attacco coglie di sorpresa i soldati che non fanno in tempo a sparare prima che il ragazzo abbia steso il suo avversario con un solo, ben assestato colpo, strappandogli il fucile di mano e puntandolo verso Saotome e gli altri.
"Ora farete quello che dico io! APRITE QUESTA PORTA!"
Saotome manda solo un'occhiata alla ragazza coi capelli rossi, in divisa.
"Fermalo, Sho"



Sho Tachibana è la figlia del dottor Tachibana, molto famoso in Giappone per aver progettato un tipo speciale di lega metallica, estremamente duttile ed elastica, la Lega Polimorfica. Tachibana ha collaborato con Saotome per molto tempo, finché tra i due non vi fu un violento litigio che portò il padre della ragazza a uscire in maniera definitiva dallo staff.
Sho, quel litigio lo ricorda bene, perchè è stata l'ultima volta che ha visto suo padre: soldatessa scelta nella sicurezza del Centro Ricerche Saotome, ha preso le parti del direttore del laboratorio, facendo allargare la frattura tra i due scienziati a una frattura padre-figlia. Per Sho, la defezione del padre non è stata altro che un abbandono del proprio posto e dei propri incarichi... qualcosa di impensabile per una donna cresciuta finora con una mentalità militare, in cui l'obbedienza è ciò che fa funzionare le cose.
Ma non è il solo motivo per cui Sho estrae prontamente la pistola, all'ordine di Saotome.
Il vero motivo è l'ironia cruda e fuoriluogo dimostrata da Ryoma alla morte di Tatsuhito Saotome, nell'esplosione del Proto-Getter. Sho era estremamente legata a Tatsuhito. Forse è stato anche per lui che ha scelto di rimanere alla base.
La ragazza spara e colpisce Ryoma a un braccio.
Il teppista, sulle prime resta quasi stupito. Poi si avventa contro la soldatessa, colpendola in faccia con un potente pugno.
Sho stramazza immediatamente ai suoi piedi ma, prima che Ryoma possa rialzarsi e riprendere il suo tentativo di fuga, sente l'acuto dolore di una puntura sulla giugulare.


Gira la testa, appena in tempo per vedere l'altra ragazza, freddissima, squadrarlo con una siringa di tranquillante tra le dita.
Smozzicando un'imprecazione tra i denti, Ryoma chiude gli occhi.
Gli schermi della base, intanto, registrano la misteriosa astronave che fa atterrare due mostri proprio nelle vicinanze del Centro Ricerche.



Le scosse prodotte dall'impatto dei mostri al suolo fa tremare la terra.
Ryuji ancora una volta implora il cugino di fermarsi, ma Hayato è irremovibile: senza guardarsi indietro si avvicina alle porte del Centro Ricerche, insospettito dall'assoluta mancanza di sorveglianza.
Le porte si aprono davanti ai due.
"E questo che significa?", si chiede meditabondo il leader terrorista.
Proprio in quel momento, da ogni corridoio escono guardie armate che puntano i fucili contro Hayato e Ryuji.

Benvenuto Hayato Jin! Stavamo aspettando proprio te.

Una voce da vecchio, che risuona per tutti gli altoparlanti della base.
"Mi stavate... aspettando?", ripete Hayato, confuso.
So perchè sei qui. Posso rispondere a una parte delle tue domande, ma preferirei farlo faccia a faccia. Se non ti spiace raggiungermi, tu e tu solo, alla Sala Controllo.
"Ma tu chi saresti?"
Il Professor Saotome, direttore di questo centro. Svelto, non abbiamo più tempo.
Perplesso, Hayato guarda Ryuji.
"Rimani qui"
Poi fa cenno a una delle guardie di fare strada.

Il centro non è esattamente quello che Hayato si aspettava, non fosse per la situazione di emergenza totale e la presenza di una soldatessa col naso sanguinante che viene fatta rinvenire, poco lontano da un ragazzo svenuto sul pavimento. Il dottore con cui ha parlato tramite altoparlante sta guardando con una freddezza quasi divertita i mostri che si avvicinano sempre di più alla base.
"Teniamo un dossier su di te da molto, Hayato"
Il terrorista, per quanto continui a guardare dallo schermo, manifesta la stessa glaciale calma di sempre. "Su di me?"
"Sappiamo che hai da poco forato un database con alcune informazioni sull'Energia Getter. So che cerchi risposte, e noi possiamo dartene alcune. Temo che potrò farlo, però, solo se usciremo vivi da questa situazione. E l'unico modo per farlo, sarà che tu difenda questa base a bordo del Getter Robo"
"Getter Robo? Che roba sarebbe? E perchè io e non uno dei soldati qui?"
"Non possono. E' una storia lunga che probabilmente capirai, se non moriremo tutti entro pochi minuti".
Poi, rivolto ai tecnici. "Provvedete ad alzare la barriera, voi"
Immediatamente, il centro ricerche viene completamente circondato da una sorta di campo di forza, formato da decine e decine di esagoni color smeraldo. Hayato non può fare a meno di guardarlo meravigliato e - attraverso la sua superficie trasparente - di vedere i mostri farsi ormai prossimi. Il primo di loro sferra un potente colpo sulla base.
Per quanto l'impatto si faccia comunque sentire, viene in gran parte ammortizzato dallo scudo di energia che circonda completamente l'edificio.
I tecnici, però, lungi dal dimostrarsi rassicurati, continuano a controllare febbrilmente dati su dati che arrivano dai computer.
"Professore, le difese non reggeranno a lungo"
"Va bene... sembra che non ci sia troppa scelta!", sibila Hayato.
Saotome fa un sorriso che non ha nulla di rassicurante, poi di nuovo si rivolge alle guardie. "Ottimo. Approntate il Jaguar per Hayato e il Bear per me. Lui - e fa un cenno verso Ryoma, ancora svenuto - caricatelo sull'Eagle"

Molto cautamente, Musashi e gli altri tornano intanto al loro villaggio.
La madre continua a riempire di raccomandazioni il ragazzo che, dal canto suo, non smette di chiedersi il motivo per cui solo lui abbia sentito quella tremenda sensazione e abbia sofferto di allucinazioni al cadere delle bombe. La speranza che arrivi come al solito Mazinger Zeta a risolvere la situazione è ancora molto radicata nel suo animo, ma sta poco a poco lasciando il posto a un'angoscia che pare sotterrare ogni aspettativa.
E' solo quando sono a ormai pochi metri da ciò che resta delle loro case, che gli abitanti del piccolo paesino ai piedi del Monte Daisetsu scoprono di non essere affatto soli.
Tre elicotteri sono scesi negli unici spiazzi in mezzo a tutta la devastazione che consentano un atterraggio. Accanto a loro, una squadra di uomini vestiti con occhiali e completo scuri, che guardano cupamente la massa di profughi in arrivo.
Quando le macchine dei civili si fermano, gli uomini in nero avanzano verso di loro. Sono armati, ma non sembrano ostili. Non ancora, almeno.
"Stiamo cercando qualcuno".
Il padre di Musashi, allarmato da tutto quello che sta succedendo, è il primo a prendere parola nella piccola comunità.
"Ci dev'essere uno sbaglio! noi siamo gente comune, non abbiamo fatto nulla a nessuno..."
"Chi di voi è Musashi Tomoe?"
Un pugno di paura si abbatte sullo stomaco di Musashi. Mentre la madre cerca di trattenerlo, avanza e con un filo di voce mormora:
"... sono io..."
"Devi seguirci", dice l'uomo in nero, con un tono che non ammette repliche.

"Fammi uscire, maledetto figlio di puttana!"
Ryoma ringhia continuando a tempestare di pugni l'abitacolo della Getter Machine, una navicella rossa ermeticamente chiusa. Nella rampa proprio sotto di lui, Hayato guarda nervosamente le spie accendersi una dopo l'altra.



"GETTER MACHINE EAGLE... PRONTA AL LANCIO"
"GETTER MACHINE JAGUAR... PRONTA AL LANCIO"
Gli sportelli dell'hangar si aprono, facendo passare una figura corpulenta, vestita di tutto punto da pilota.
Il professor Saotome.
"Vecchio, cosa credi di fare - ghigna Ryoma, dimenticando per un momento la rabbia - ti stai rendendo ridicolo"
Lo scienziato risponde con un mezzo sorriso alle parole del ragazzo, per poi salire su una terza Getter Machine.
"GETTER MACHINE BEAR... PRONTA AL LANCIO"



Le tre navicelle vengono sparate a una velocità insopportabile per i corpi dei tre piloti. Gli sportelli degli hangar si aprono con una frazione di secondo di margine, per farle uscire e decollare.
Ryoma urla molto più in preda all'esaltazione, adesso.
Hayato, per quanto cerchi di darsi un contegno, vomita nell'abitacolo e sgrana gli occhi nella paura che scoppino da un momento all'altro.
Saotome sputa un fiotto di sangue, tossendo per la pressione.
"Vecchio, cerca di non fare la fine del tuo carissimo figlio", dice Ryoma al comunicatore.
Un eventuale risposta dallo scienziato non arriva, perchè uno dei mostri inizia ad attaccare le tre navicelle. Per quanto spericolanti e assolutamente incoscienti, la nulla esperienza costringe i piloti a spezzare la formazione per evitare i distruttivi raggi di entrambi i mostri.
Dal Centro Ricerche Saotome, Michiru - la gelida figlia dello scienziato - guida le manovre. Il fuoco incrociato delle Getter Machines non sembra però scalfire nemmeno la corazza delle creature.
Come se non bastasse, la Machine Bear subisce un grave danno che la costringe a un atterraggio di fortuna... un atterraggio che l'avveduto Saotome direziona proprio nel vicino villaggio di Musashi, ai piedi del Daisetsu.

Mentre Ryoma e Hayato tentano di sfuggire ai continui attacchi dei mostri a bordo delle loro navicelle, sotto la guida di Michiru, Musashi vede atterrare il Bear a pochi metri dal villaggio in cui lui e i suoi familiari sono stati trovati dai Men in Black. I corporativi si voltano verso la Getter Machine non appena, dal suo abitacolo, esce un malconcio Saotome e per un momento sembrano dimenticarsi del ragazzo.
Musashi però, a vedere il vecchio insanguinato che fa fatica a camminare, si muove subito per aiutarlo. Saotome, dal canto suo, gli porge un braccio per reggersi in piedi. E' solo quando Musashi gli va abbastanza vicino, che lo scienziato si rivolge ai corporativi ancora lì intorno.
"L'avete trovato, quindi... lui è il terzo. Caricatelo subito sul Bear"
Sotto lo sguardo attonito dei coniugi Tomoe e dei loro vicini di casa, Musashi viene caricato di forza sulla Getter Machine che, controllata in remoto, sfreccia verso il cielo a raggiungere le altre due.

"E questo ciccione chi cazzo è?" chiede un perplesso Ryoma quando, cercando di stabilire una comunicazione con Saotome, si ritrova faccia a faccia con Musashi.
"Chi sono io? chi siete voi!"
"Fantastico - commenta sarcastico Hayato - adesso siamo davvero in salvo"
E' la voce di Michiru, la quale non nasconde una leggera nota seccata, a interromperli.
"Farete meglio a star zitti e seguire le mie istruzioni, se non volete farvi uccidere. E' necessario che vi combiniate nel Getter One"
"...Getter One?", chiedono i piloti all'unisono.
"E' la combinazione studiata per gli scontri aerei. Portate in posizione Eagle-Jaguar e Bear e gridate il comando vocale CHANGE! GETTER ONE!"
"Change Getter One?? Ma che razza di stronzata è quest...", comincia Ryoma.
"Muoviamoci", lo interrompe Hayato.

I tre prendono fiato per un momento.

CHAAAANGE! GETTEEEER OOOONE!!!!!


I piloti assistono sbigottiti all'incastrarsi reciproco delle tre navicelle, alle particelle di Lega Polimorfica che costruiscono il torso, gli arti e la testa di un gigantesco e temibile robot dello stesso colore del sangue.
E' nel vedere quelle gigantesche mani rosse che le labbra di Ryoma si piegano in un sorriso feroce, come se qualcosa di primordiale si fosse risvegliato dentro di lui.

"E' cominciato", mormora Saotome, osservando il cielo.



Il Getter Robo One si lancia contro i mostri, mentre via via Musashi - ricevendole dalla base ed entusiasmandosi col suo tipico atteggiamento otaku - le sciorina a Ryoma e Hayato. Estratto il Getter Tomahawk, il robot si getta in combattimento. Ancora una volta, però, è l'inesperienza a limitare le probabilità di vittoria. Entrambi i mostri reagiscono con una ferocia rinnovata all'attacco e uno di essi entra in corpo a corpo con il Getter, armato di una lunga e letale lancia.

Michiru si rivolge, quasi preoccupata, a Sho.
"Non possono farcela. Devi intervenire"
La ragazza annuisce.
"Su quel robot"
Sho annuisce di nuovo e si dirige verso un hangar coperto da una strettissima sorveglianza.
Le guardie la fanno passare intimoriti, offrendo lo spettacolo di un colossale robot nero, in tutto uguale a quello che al momento sta combattendo contro i mostruosi invasori, ma con l'eccezione di una placca di acciaio a coprire quasi completamente il volto. Tutto il corpo del robot è tenuto stretto da metri e metri di una strettissima catena, che lo tengono legato quasi che - da un momento all'altro - debba animarsi di vita propria.


Perfino dall'ingresso dell'hangar, Sho avverte una sensazione sinistra di pura rabbia. Tuttavia, la sua indecisione non dura che pochi secondi. Ingoiando un amaro boccone di paura, sale sulla serie di piattaforme che portano al posto di pilotaggio, proprio situato sul volto del sinistro robot.
Una voce all'altoparlante scandisce un conto alla rovescia.

EVACUATE IMMEDIATAMENTE L'HANGAR E SCIOGLIETE LE CATENE AL BLACK GETTER!



Non appena il Black Getter si accende, lo sguardo sfavilla di furia. Due minuscole pupille si aprono in mezzo ai due gialli occhi meccanici, piccole e demoniache.
Poi Sho cade in preda a una rabbia devastante e si apre la strada verso l'esterno sfondando le porte dell'hangar.

La neo formata Squadra Getter assiste con una punta di stupore allo spettacolo del robot nero che vola sparato verso i nemici, gettandosi alla cieca su di loro.
Il Black Getter lancia i Tomahawk verso uno dei nemici, in una violenta manovra diversiva per avvicinarsi corpo a corpo.


Intanto il Getter Robo scarica un potente raggio di energia contro uno dei mostri

GETTAAAAAAR BEAAAAM!

L'attacco colpisce in pieno il nemico, fondendone buona parte della corazza. Hayato guarda a occhi sgranati la terribile arma che il trio ha appena usato. L'energia su cui lui e il suo Movimento Riformista stavano indagando, l'energia che - senza dubbio - potrebbe cambiare le sorti del Giappone e del mondo. Socchiude gli occhi, per non restare abbagliato dall'aliena luce verde, non potendosi tuttavia impedire di continuare a guardare.
Per quanto esca devastato dall'attacco, il mostro è ancora vivo e inizia un estenuante scontro nei cieli con il Getter Robo. Nessuno sembra avere ragione dell'altro, entrambi troppo veloci e sfuggenti.


Il Black Getter, intanto, chiude i pugni mentre delle spine aguzze spuntano dalle sue nocche. Gettandosi con un urlo di rabbia contro il nemico, inizia a tempestarlo di pugni, ignorando bellamente ogni attacco che quest'ultimo rivolge a sua volta, perlopiù un disperato tentativo di togliersi l'avversario di dosso. Ogni pugno sembra infrangere sempre più un pezzo dell'armatura, per abbattersi su qualcosa di caldo e pulsante all'interno. Il Black Getter tiene gli occhi, i suoi occhi mostruosi, contro la creatura, continuando imperterrito a picchiarla, alternando i violenti pugni a crudeli colpi di taglio, con le lame che gli fuoriescono dagli avambracci.
Si arresta solo quando, aperto il mostro a metà, i suoi pugni incontrano la polpa molle all'interno della corazza meccanica. Solo allora, dopo che il mostro ha cessato di muoversi, si volge verso il mostro rimasto e, con un scarica violenta di Getter Beam, mette fine al suo scontro con il robot del trio.



Ryoma, furioso, apre una comunicazione.
"Come ti permetti! Era mio, quello!"
Ma il Black Getter non sembra aver intenzione di fermarsi. Come in completa balia del suo stesso robot, Sho lo lancia contro il compagno, con il Tomahawk sguainato.
Ryoma riesce a evitare che la lama si schianti sulla corazza del Getter Robo schivandola appena in tempo. Il raggio verde del Getter Beam sparato dal Black si abbatte a pochi metri dal robot pilotato dai tre, che di nuovo riesce a evitare in tempo l'attacco, schiantando la terra stessa.
"Forse dovremmo cambiare nel Getter Three - mormora timidamente Musashi, continuando ad analizzare i dati in invio dal Centro Ricerche - E' la configurazione principale del Bear... sembra la più resistente per sostenere un attacc..."
"Ah, sta' zitto, ciccione!", ringhia Ryoma, schivando un altro attacco.
Hayato ha improvvisamente un'idea che spiega brevemente ai suoi compagni di squadra: per quanto sembri un suicidio, l'aspetto minaccioso del Black Getter non sembra lasciare altra via che metterla in pratica.
Il Getter Robo si getta in picchiata sul terreno, con il Black a inseguirlo.
"Sganciamoci e combiniamoci nel Getter Two!", urla Hayato.
"Ma perchè non nel Three?", insiste ancora Musashi.
"Fa' quello che ti dico, idiota!"
I tre piloti, proprio mentre il Black Getter sta per lanciare un altro attacco, urlano il comando vocale.

"OPEN GET!!! CHANGE! GETTER TWO!!"

Disorientato dalla manovra di sganciamento, il Black Getter resta spiazzato la frazione di secondo necessaria alle tre Getter Machines per ricombinarsi nell'affusolata figura del Getter Two che si scava immediatamente un tunnel nel sottosuolo, grazie alla sua possente trivella.
Senza trattenere la rabbia, il Black Getter si dirige contro il Centro di Ricerche Saotome, in cerca di qualcosa su cui sfogare la sua incessante sete di sangue.
Il Getter Two, più velocemente possibile, si scava un passaggio sotterraneo per precederlo.
Solo quando il robot nero si accanisce contro la barriera del Centro, riemerge da dietro di lui e lo perfora con la trivella alle spalle.


Il Black Getter cerca disperatamente di scrollarselo di dosso, ma la trivella del Getter Two penetra sempre più in profondità, mandandolo in corto e facendo svenire Sho per lo choc.
Una comunicazione arriva immediatamente da Michiru.
"Basta così, Hayato. Passato pericolo... sospendi l'attacco: se continui rischi di far saltare il generatore, facendo esplodere tutto quanto"



Il Getter Two continua a perforare il corpo del Black Getter.

"Hayato! Smettila! Moriremo tutti!", ripete Michiru con la voce incrinata da una vena di panico.

Far morire tutti è però esattamente quello che Hayato vuole, reso completamente isterico dallo stress della battaglia e dal delirio di onnipotenza.
Per quanto Musashi suggerisca a Ryoma di sganciarsi, il comando per l'Open Get non funziona, se non con le voci di tutti e tre.



Non trovando altra soluzione, Ryoma apre l'abitacolo della propria Getter Machine (le gambe del Getter Two) e si arrampica lungo il corpo del robot, fino ad arrivare all'abitacolo di Hayato. Completamente preso dal suo folle desiderio di distruzione, il terrorista non si accorge o almeno non fa nulla per impedire che Ryoma forzi l'entrata alla sua postazione di guida. Quando lo vede entrare è troppo tardi: il pilota dell'Eagle gli assesta un paio di violenti calci nella faccia, facendogli perdere i sensi.
La trivella del Getter Two cessa di girare. Sia lui che il Black Getter cadono a terra.

Sono passate ore e sia i tre nuovi piloti (con Hayato ancora sorvegliato strettamente dalle guardie) che Sho (adesso ripresasi dal misterioso choc che l'ha portata a impazzire dentro il Black Getter) guardano insieme a Saotome e Michiru la caduta di tutte le maggiori capitali del mondo, spazzate via una a una dai mostri sotterranei.
"Impero di Mikeros... è così che si fanno chiamare", mormora cupamente lo scienziato.
"E Mazinger Z? possiamo ancora puntare su di lui!", dice Musashi, gli occhi accesi dalla speranza.
"Sarà morto, quel figlio di puttana di latta", ghigna Ryoma.
Saotome annuisce gravemente, come a dire che nemmeno lui esclude l'ipotesi.
"Per quale ragione dovremmo combattere per te? - chiede poi Nagare - per difendere l'umanità a bordo di mostri che perdono il controllo dopo pochi minuti?"
Lo sguardo di Sho e Hayato, chiamati in causa direttamente, resta perfettamente calmo e tranquillo.
"La difesa dell'umanità non è tra i miei immediati obbiettivi - replica enigmatico Saotome - Ma tu preferiresti morire combattendo quelle creature o facendoti ammazzare senza reagire?"
Ryoma resta per un attimo in silenzio. "Posso sempre andarmene"
Saotome sorride mentre inquadra sugli schermi le rovine delle maggiori città del Giappone e del resto del mondo. "E dove?"
Il ragazzo guarda cupamente gli schermi. "E sia. Per adesso"
Hayato si rivolge al professore con freddezza. "Sciocchezze. E' evidente che hai bisogno particolarmente di noi tre, visto che eri così ben informato sul nostro conto - prima che Saotome possa replicare lo interrompe - Facciamo un patto: io guiderò il Getter Robo... ma voglio imparare cose riguardo l'Energia Getter. Per ogni volta in cui salirò a combattere, voglio una traccia, un elemento in più che mi faccia capire la sua natura come pagamento"
Il viso del professore si torce in un ghigno. "Mi sta bene"
Musashi annuisce con fervore. "Se siamo davvero l'unica speranza... beh... ok, ok. Piloterò un robot gigante!"
Infine, Saotome si rivolge a Sho.
"Sho, mi dispiace. Quello che hai dovuto pilotare è un prototipo... è il secondo di tre modelli sperimentali il cui pilotaggio tende a..."
"Ho sentito una rabbia disumana, ai comandi di quel robot. E' in grado di... influenzare psicologicamente il suo pilota?"
Saotome non risponde. "Sho, se non te la dovessi sentire..."
"Non c'è problema"
Sho non aggiunge altro. Per lei è scontato continuare a seguire Saotome, anche solo per ciò che è accaduto a Tatsuhito e per il suo senso del dovere.
Mentre l'umanità va in rovina, guarda accanto a sè tre disperati trasformarsi nella Squadra Getter con cui dovrà combattere.

Wednesday, December 14, 2005

Change 1! Mikeros Comes!



Ryoma Nagare è un ragazzo sui vent'anni, violento e vagabondo. Suo padre, un karateka scacciato da tutti i dojo giapponesi per la sua innaturale brutalità, lo ha educato al culto della forza, facendogli passare un'infanzia a base di combattimenti contro cani randagi, allenamenti estenuanti e spinta alla pura sopravvivenza. Tutto ciò che gli ha lasciato è un dojo fatiscente e pieno di debiti con la Yakuza che riscuote protezioni un po' ovunque, in una Tokyo impoverita dalla guerra contro il Dottor Hell.
E' proprio un violento combattimento contro i tirapiedi Yakuza, quello che ha appena sostenuto in un vicolo. Circondato dai picchiatori che gli reclamavano il pagamento del pizzo, Ryoma li ha sbaragliati uno dopo l'altro, lasciandoli sanguinanti e con le ossa rotte per terra. Un ragazzo, giunto ad aiutarlo, si rende conto che Ryoma è molto più assetato di sangue dei suoi assalitori e dopo averlo visto accanirsi sui corpi esanimi degli avversari, si è allontanato con un moto di disgusto.
Oggi, per Tokyo è un gran giorno: i servizi segreti giapponesi hanno scoperto l'ubicazione della base del Dottor Hell (l'isola greca di Bados) e finalmente, l'eroe di questa guerra - Koji Kabuto col suo Mazinger Zeta - chiuderà il conflitto una volta per tutte.
Per Ryoma, tutto ciò è privo di una qualsiasi importanza: questa è solo una giornata in più che si trascina nei maleodoranti vicoli di Tokyo, alla ricerca di qualche droga per vivacizzare la serata e un po' di compagnia da parte di Lili, una delle prostitute del quartiere.



Hayato Jin è il più temuto e odiato terrorista giapponese. Dotato di un'intelligenza e una determinazione assolutamente fuori dalla scala umana, si muove in una Tokyo di persone che non considera minimamente alla sua altezza. La sua sfida alle autorità (che lui giudica ormai completamente adagiate su Mazinger e indifferenti alla politica interna) è prima di tutto un ultimo disperato tentativo di vincere la noia e di trovare un minimo stimolo degno di lui. Comanda con pugno di ferro il suo Movimento Riformista, con cui progetta e mette in atto attentati di proporzioni terribili e inzuppati del sangue di civili innocenti. Ma l'unica persona, all'interno del movimento, che giudica vagamente degna di rispetto è il cugino Ryuji. Gli altri sono deboli e sacrificabili.
Per Hayato, oggi è una giornata piuttosto intensa: insieme ai suoi fedelissimi, farà irruzione in un palazzo governativo e si impossesserà dei dati top secret su una nuova arma, qualcosa che (almeno così lui ipotizza) dovrebbe avere a che fare con Mazinger.



Musashi Tomoe è invece un ragazzo che vive coi genitori in un piccolo villaggio alle pendici del monte Daisetsu. E' un grande otaku di Mazinger, e conosce tutto quello che Koji Kabuto ha fatto (e che è stato reso pubblico) fin dalla prima apparizione delle Machine-Beast del Dottor Hell nel primo, devastante attacco a Tokyo. Musashi ha sempre sognato di pilotare un robot da combattimento come Mazinger e salvare il Giappone... da tutta la notte prima, ha atteso questa mattinata - quella in cui ci sarà lo scontro finale a Bados - come un momento di storia da vivere e ricordare a tutti i costi. Ha preparato striscioni e bandiere per salutare la Fortezza d'Acciaio e i suoi compagni (Aphrodite A e Boss Borot) quando sorvoleranno il cielo. E' una giornata come le altre, per il resto. Sua madre, iperprotettiva, e suo padre che brontola dal bancone della piccola bottega di sakè... nulla sembra essere differente dalle altre giornate.

Ryoma si è appena semiaddormentato sul suo materasso in mezzo al pavimento del dojo, quando sente i vetri tremare violentemente. Temendo un terremoto, si alza e va guardare fuori dalla finestra per vedere cosa sta succedendo. Una folla in festa, uscita per le strade con cartelli, bandiere e qualunque cosa sia utilizzabile per attirare l'attenzione, saluta festosamente in cielo. L'aria stessa sembra tremare mentre un'ombra nera copre completamente il terreno.
Mazinger Zeta, volgendosi verso la folla, agita una delle sue gigantesche mani meccaniche per salutare a sua volta la folla.
Il saluto di Ryoma è piuttosto particolare e consiste in un dito medio rivolto al gigantesco robot.

Vattene affanculo! Speriamo che ti facciano saltare in aria, stronzo!

Alla sua voce, fa immediatamente eco un trambusto di slogan urlati ad alta voce, canzoni di protesta, fischi di disprezzo: un corteo di pacifisti, capitanato dal ragazzo incontrato nel vicolo, ha appena iniziato una delle tante manifestazioni contro Mazinger, la guerra e lo stato di povertà in cui hanno fatto precipitare il Giappone. Affacciato alla finestra del dojo, Ryoma distingue tra la folla lo stesso ragazzo che è stato coinvolto nella sua rissa contro gli yakuza e gli ghigna in faccia, con fare minaccioso.



Intanto l'attentato di Hayato Jin riesce alla perfezione: entrato negli uffici in cui cercava di introdursi, inizia a fare strage delle guardie e dei civili all'interno, per poi farsi dare da un terrorizzato impiegato il codice d'accesso al server dei computer.
Digitando CUTEYHONEY, Hayato accede al sistema. Quello che trova non è proprio ciò che si aspettava: si fa riferimento a un'organizzazione chiamata Human Alliance, la quale sta procedendo negli studi su una nuova forma di energia, l'Energia Getter. A questi studi è anche accoppiato un progetto per una macchina da guerra, un robot che sembra di potenza simile a Mazinger Zeta.


Dopo aver duramente punito un suo sottoposto per aver dimostrato paura e troppi scrupoli nello sterminare tutti i presenti all'interno della struttura, picchiandolo a morte, Hayato raduna i suoi e si appresta a dirigersi al Laboratorio Saotome, ai piedi del Monte Asama, il luogo dove - secondo i dati trafugati - gli esperimenti vengono effettuati.
Molto presto, però, i membri del Movimento Riformista si trovano inseguiti dalla polizia e scatenano uno scontro a fuoco per le strade di Tokyo.

Nell'inseguimento, viene coinvolto anche Ryoma, appena arrivato in moto dal suo dojo per una bevuta nel suo bar abituale: con un'aria quasi divertita, vede i mezzi corazzati delle Forze di Difesa giapponese arrancare dietro alla guida spericolata dei terroristi, che non esitano a sbarazzarsi di chiunque intralci il loro cammino.
E' solo quando arriva nel bar e comincia a scambiare due parole con Lili, che la terra inizia a tremare.
Una scossa fortissima, che spacca a metà la strada.
Ryoma, Lili e molta altra gente incuriosita e spaventata accorrono fuori, per vedere una crepa mostruosa proprio ai loro piedi. Una crepa da cui sembra arrivare un rumore costante e ritmico, quasi un respiro.
Le scosse si fanno sempre più frequenti. La jeep di Hayato e quelle dei suoi inseguitori e compagni vengono ugualmente sbalzate in terra con una violenza inaudita. Ryuji sembra paralizzarsi dal terrore e, per un attimo, anche la schiena del glaciale Jin viene scossa da un brivido. Poi, trovato animo di nuovo, prende con sè il cugino, rimonta in macchina e parte a tutta velocità verso il Centro di Ricerche Saotome, lasciando i suoi compagni a vedersela con i militari.
Intanto, le stesse scosse rendono pericolante anche la postazione di Musashi.
Nel suo villaggio, tutti stanno cominciando ad andarsene precipitosamente, prima che la situazione peggiori. La mamma di Musashi, iperprotettiva, lo fa salire a gran velocità in macchina, mentre il ragazzo viene scosso da un brutto presentimento su quello che sta per succedere.

Una mano esce fuori dalla fenditura sul selciato.

Una mano gigantesca, di metallo, che fa fuggire in preda al panico tutti i presenti in strada. Ryoma indietreggia, tra lo spaventato e l'affascinato, mentre gigantesche corna fanno la loro comparsa poco dopo. Mentre la sua amica Lili si dà alla fuga insieme a tutti glia ltri terrorizzati abitanti di Tokyo, lui rimane lì per alcuni istanti, prima di inforcare la sua motocicletta e andarsene a sua volta.
Le scosse non concedono tregua.
Perdendo l'equilibrio più volte, Ryoma viene sbalzato in terra e si rialza appena in tempo per vedere una macchina dirigersi a gran velocità verso di lui.
Due uomini in completo nero ne escono subito dopo.
Puntano le pistole contro il ragazzo, intimandogli di seguirli. Ryoma, coi nervi a fior di pelle per tutto quello che sta succedendo, si lancia contro di due prima che un dardo narcotizzante, sparato dalle pistole, non lo colpisca alla base del collo.
Dietro di lui, sotto le gigantesche corna che sono appena uscite del tutto dalla terra, luccicano due enormi e malevoli occhi rossi.
Gli uomini in nero caricano in auto precipitosamente il ragazzo, e la macchina parte velocissima, rischiando di finire sottosopra per le violentissime scosse che si susseguono una dietro l'altra. Uno dei guidatori, girandosi a vedere cosa sta succedendo, fa appena in tempo a intravedere il mezzobusto di quello che sembra un colossale Oni biomeccanico, prima di essere narcotizzato dai due figuri.



Mentre Ryoma viene portato via, Musashi, i suoi genitori e quelli che fino a pochi minuti prima erano i suoi vicini di casa, osservano con sgomento la scena che si consuma davanti a loro, anche se a chilometri di distanza. Il ragazzo continua a sperare che arriverà Mazinger Z a salvarli, ma i robot del dottor Yumi sembrano gli unici assenti, in un disperato attacco delle forze della Difesa giapponese.
Improvvisamente, in maniera del tutto inaspettata, un robot arriva: è un robot femminile, che Musashi non ha mai visto prima e che cerca di ingaggiare combattimento con il mostruoso Oni appena sorto dal terreno. Per quanto si accanisca, il robot viene ferito in maniera grave e costretto a una precipitosa fuga.
E' a questo punto che il mostro sembra rivolgersi direttamente a quelli che fino a pochi istanti prima erano i padroni incontrastati della superficie.



Popolo della superficie! Io sono il Grande Generale Nero, comandante in capo delle Sette Armate di Mikeros. Da oggi finisce la vostra supremazia! Riprenderemo ciò che è nostro, dopo secoli di esilio sotto la crosta terrestre!

Altri mostri si fanno strada dal sottosuolo, spaccando la terra stessa, a dar ragione alla sua spaventosa promessa.



Il risveglio di Ryoma, intanto, non è dei più tranquilli.
Ritrovatosi in una sorta di stanza da ospedale, ermeticamente chiusa, il ragazzo è furioso per essere stato narcotizzato.
Sfonda la porta a pugni, andando a casaccio in quello che sembra a metà tra un laboratorio scientifico e un complesso militare. Senza trovare presenza di guardie, si infila nella prima stanza aperta che trova: una sorta di camera ardente, con le pareti coperte da lenzuoli bianchi che nascondono anche forme umane distese sopra a lunghe fila di letti.
Dopo essersi guardato intorno un paio di volte, spinto da una curiosità irrazionale che gli fa perdere ogni forma di prudenza, Ryoma scosta uno dei lenzuoli.
Per quanto non sia uno in grado di spaventarsi facilmente, non riesce a trattenere un'imprecazione di sgomento.

Sul letto, giace una donna completamente nuda, con un tentacolo che le esce da un'orbita e due volti umani sui seni.

Ryoma resta impietrito a guardarla, riscuotendosi solo quando sente un cadenzato rumore di zoccoli proprio fuori dal laboratorio. Afferrando in fretta un bisturi, si nasconde nella prima zona buia che vede, aspettando di vedere chi sta arrivando.
"Andiamo, so che sei qui. So tutto di te, Ryoma Nagare. Risparmiamoci questa parentesi noiosa e non necessaria", brontola la voce di un vecchio, guardando esattamente verso di lui.
Davanti a Ryoma si para un vecchio di bassa statura, con la cravatta allentata, un paio di geta (gli zoccoli di legno giapponesi) ai piedi e un lungo pizzetto bianco sul volto dall'aria furba.



"Chi cazzo sei, vecchio? E dove mi avete portato? Bada di rispondere, se non vuoi...", comincia il ragazzo, puntandogli il bisturi contro.
Senza fare una piega, il professore si toglie uno dei geta e, prima che il meravigliato Ryoma possa fare qualcosa, dà un violento colpo sulla testa del ragazzo.

"Sono il professor Saotome, e non mi piace che mi si puntino armi addosso. Seguimi, ti spiegherò qualcosa quando saremo nella sala di controllo"
"Sala di controllo...?"
"Questo è il Laboratorio di Ricerca Saotome. Sei uno dei pochi a vederlo, ma non sarai l'unico"

Ryoma, sempre più incredulo su quello che sta succedendo, segue il vecchio scienziato attraverso un paio di porte piantonate da alcune guardie.
Dentro c'è una sala piena di computer, guardie, assistenti di ricerca impegnati a prendere dati e monitor che inquadrano varie parti del pianeta, tutte sotto l'attacco degli stessi mostri che hanno invaso il Giappone. Le uniche note differenti, per Ryoma, sono due ragazze: una ha l'aria austera e un camice come il padre (ma con un piccolo crocefisso in evidenza, legato al collo); l'altra è in un'uniforme che non sembra appartenere a nessun esercito, lunghi capelli rossi e un'aria decisamente seria.
Alcuni degli assistenti si rivolgono allo scienziato, concitatissimi, non appena lo vedono entrare.
"Professore! la battaglia sta volgendo al peggio per il Protogetter! E i valori di energia Getter del pilota nell'altro robot sono in continuo aumento!"
"Mostratemi la scena", ordina lo scienziato, ignorando sistematicamente ogni richiesta di spiegazioni da parte di Ryoma.



Quello che i monitor mostrano, è un combattimento tra uno dei mostri delle misteriose armate di Mikeros (una sorta di triceratopo biomeccanico, con un volto umano sulla pancia) e due robot giganti. Uno è vagamente simile a Mazinger, anche se parecchi particolari sono nettamente diversi, come le corna e la mancanza della griglia sul volto. L'altro è un robot formato da tre navicelle bianche, in grado di combinarsi a vicenda.
Il combattimento non sembra avere un buon esito per i due, finchè il robot bianco non cambia forma, trasformandosi in un ibrido tra una forma umanoide e un mezzo cingolato. Tiene fermo il nemico con lunghe braccia flessibili, mentre l'altro robot fa partire verso il mostro una potente scarica elettrica dalle corna.
Sia il robot bianco che il mostro di Mikeros esplodono e il laboratorio cade in un silenzio di tomba.

"Signore, il Protogetter è perso... Tatsuhito... è morto"
Saotome rimane a guardare lo schermo, senza alcun commento. Un applauso di scherno rompe di colpo il silenzio.
"Bravo. Davvero in gamba a combattere, eh? Proprio una bella fine da coglione", commenta Ryoma, senza curarsi troppo delle occhiate furiose ricevute dalle due donne.
Una telefonata interrompe provvidenzialmente la scena, e Saotome solleva con aria cupa il ricevitore.
"Sì. Lanciatele", dice Saotome rispondendo e riattaccando subito dopo.



Musashi, arrampicato su un albero, vede le prime bombe abbattersi su Tokyo. Sotto di lui, tutti gli altri stanno fissando increduli la scena.
"Ma che stanno facendo?"
"Vogliono veramente bombardare Tokyo?"
"Ma che razza di inconscienti, non gliene frega se ci sono ancora sopravvissuti?"
Ma Musashi non sta badando troppo alle parole degli altri. Con sgomento, fissa l'innaturale luce verde che si sprigiona da ogni esplosione e che pare colorare di una tinta livida ogni cosa nel suo immenso raggio d'azione.
Una bomba cade più vicina e per un attimo acceca tutti.
Musashi batte gli occhi. Una volta. Due.
Si sente differente.
Si passa una mano tra i capelli, e si accorge di non averli. Poi si guarda: le sue mani sembrano più vecchie e forti ed è vestito come un monaco, con una lunga collana di legno che gli pende dal collo.
Sbatte gli occhi di nuovo. Ora è in tuta verde, da meccanico, meno bambino e con uno sguardo decisamente cupo.
Di nuovo. Adesso si vede con una strana tuta di pilotaggio. Urla, perchè ha l'impressione che il suo corpo stia andando a fuoco.



Hayato guarda incredulo, insieme a Ryuji, le bombe abbattersi tutte intorno. Anche Hayato, per un momento, sembra in preda a una serie di allucinazioni.
Prima si vede molto più giovane, in tuta da liceale, sbottonata e macchiata di sangue. Poi, si sente molto più giovane, e la sua mano corre alla piccola croce che porta sopra la camicetta rossa. Infine sotto le sue dita, quella non è più una croce, ma un'elegante cravatta di seta che fa parte di un completo.

I rumori delle esplosioni fanno tremare nel Laboratorio di Ricerca Saotome.
Le immagini delle bombe sganciate sulle principali capitali mondiali vengono trasmesse da tutti i monitor alla base.
Ryoma fa per rivolgersi a Saotome, quando sgrana gli occhi. Per un attimo, ha l'impressione che il vecchio abbia almeno una ventina d'anni in meno, coi capelli e la barba ancora neri e un paio di vistosi baffi. Poi, il tempo di realizzare questa immagine, e - benchè i baffi siano rimasti - il suo corpo è di nuovo quello di una persona anziana. Ma con un lungo filamento bluastro di carne che gli esce da un occhio.


Ryoma si ritrae e avverte che anche lui si percepisce in maniera diversa. Dapprima si sente rilassato e pieno di tranquillità, positivo come non lo è mai stato.
Poi, la rabbia monta improvvisa emolto più forte del solito. Ora ha le mani coperte da bende e legate da pesanti manette. Un cappottone e una sciarpa rossa imbacuccano completamente il suo corpo.



"CHE SUCCEDE, VECCHIO??"

Sunday, November 20, 2005

prova